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Giappone: discrezione e fierezza

Il Giappone si dice “Nippon” in giapponese, e nippon significa “Sole levante”. Il Giappone è allo stesso tempo modesto, poiché si designa dalla sua posizione geografica, a est e più precisamente all’estremità dell’Oriente, e imperiale, in quanto è in Giappone che l’astro più adulato dagli uomini sorge o, per rimanere in tema, si leva. Questa piccola, breve, considerazione traduce alla perfezione l’ambivalenza della mentalità giapponese che possiamo verosimilmente riassumere in due parole: discrezione e fierezza!

La cultura giapponese è una delle culture più raffinate al mondo. Benché il Giappone sia un paese sviluppato in campo tecnologico e economico, non ha mai voltato le spalle alle sue belle tradizioni. L’arte di ricevere i suoi convivi, l’arrangiamento floreale, la calligrafia, le arti della ceramica o ancora quelle marziali, hanno un ruolo considerevole nella società nipponica.

Quando evochiamo il Giappone, ci vengono in mente le belle casine in legno e i loro pacifici giardini, le cascate. Quando evochiamo, ancora, la bellezza della natura giapponese, pensiamo anche a quelle delle sue misteriose geishe, queste cortigiane dalla tinta porcellana e labbra a forma di farfalle rosse. Senza dimenticare il suo lato ombra senza il quale questo paese non sarebbe altrettanto affascinante:quello delle superstizioni e dei kamikaz. Le tradizioni giapponesi sorprendono per l’importanza che accordano all’onore e al dettaglio estetico.

I giapponesi e in particolar modo le giapponesi hanno l’aspettativa di vita più alta al mondo: 84 anni per le donne e 77 per gli uomini! Questa longevità i giapponesi la devono in gran parte alla loro alimentazione ricca in vegetali e pesci. La consumazione di tè, ricchi in polifenolo, e così anche il loro amore per le arti può senza ombra di dubbio avere un ruolo chiave nel loro equilibrio fisico e psichico. La cerimonia del tè e l’ikebana sono d’altronde delle arti del quotidiano legate al savoir-vivre giapponese.

Dappertutto in oriente, la cerimonia del tè è ritualizzata. In Giappone, la ritualizzazione è stata spinta all’estremo. Questa cerimonia consiste nella preparazione e il servizio del tè, quando si ricevono degli ospiti. E’ condizionata dall’estetismo, infatti deve essere improntata sulla semplicità ma nello stesso tempo anche su raffinatezza e eleganza. La filosofia di questo rituale vuole che “un incontro non si ripeta mai due volte nella vita”, da cui possiamo dedurre il perché di tanta cura.

Il padrone di casa pepara dunque la cerimonia senza mai trascurare i dettagli, dalla decorazione (scritte e fiori…) alla scelta del tè, passando dalla scelta della propria presentazione: in genere un kimono. L’accoglienza deve essere calorosa e sincera, gli invitati saranno così onorati e pieni di gratitudine verso il loro ospite.

L’ikebana, o regalo, è invece un’arte tradizionale giapponese le cui origini risalirebbero al VI secolo, quando un monaco buddista fece un’offerta di fiori a Budda. L’ikebana ripone su un concetto: quello di rappresentare con i fiori i tre elementi fondamentali che sono il Divino, la Terra e l’umano, in una composizione equilibrata.

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Matteo

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